green baron, il robot “verde” dei Micronauti

di | Marzo 5, 2022

Green Baron è il “barone verde” dei Micronauti, uno dei robot calamitati che la GIG realizzò per il mercato italiano (e pochi altri Paesi europei) su licenza della statunitense Mego Corp.
Fa parte quindi della linea “nostrana” che assieme a King Atlas e altri personaggi ha bissato il successo dei primi modelli della Mego. In Italia ha avuto un ottimo riscontro di pubblico e vendite. In questo articolo descriveremo le sue caratteristiche e parleremo delsuo valore di mercato fra i collezionisti.

Descrizione del Green Baron

green baron micronauti gig
Di per sé, il prodotto va a braccetto col suo “doppio rosso” King Atlas. Entrambi presentano le stesse identiche caratteristiche estetiche e strutturali e si differenziano solo per la colorazione.
Alto 18 cm, è realizzato in plastica e die cast come praticamente tutti i Micronauti della stessa tipologia. Il robot si presenta con una colorazione verde che ricopre quasi interamente la totalità del corpo. Fanno eccezione i fori sul petto, la cavità centrale ad altezza pancia e gli occhi che sono neri. Strutturalmente e dal punto di vista estetico, Green Baron riprende lo stesso concept noto e di successo già visto nei modelli antecedenti della stessa serie. Lo sculpt del corpo è ripreso dal già noto ed apprezzato Jeeg Takara del 1977, da cui differisce solo per la testa. In questo caso però, la GIG ripropone la stessa identica testa del King Atlas, di colore verde. Al posto del volto troviamo una maschera che ricorda i guerrieri dei telefilm tokusatsu degli anni ’70 ed una specie di elmetto a coprire il capo dall’alto.

Accessori e funzionalità

green baron
Nulla di diverso dagli altri Micronauti. Gli arti, testa compresa, sono scomponibili e intercambiabili tra loro mediante le sfere magnetiche “a calamita” che ne permettono l’aggancio all’altezza delle giunture.
Grazie alle trivelle in dotazione e alle sfere magnetiche intercambiabili, le trasformazioni possono essere almeno tre: trivelle al posto delle braccia, trivelle al posto delle gambe (moduli terrestri) e trivelle in spalla grazie al supporto backpack a corredo nella confezione. Le stesse trivelle hanno due piccoli supporti calamitati.
La veste grafica della scatola è la solita dei Micronauti: sfondo nero, immagine grande del personaggio in primo piano, e scritte in alto a caratteri cubitali “I Micronauti” in giallo, e subito sotto “Green Baron” in bianco.
All’interno, Green Baron alloggia in una confezione in polistirolo. Il robot è accessoriato con due pugni di riserva (quattro totali), due missili neri a punta (sostituiti nelle ristampe successive da quelli a testa gommata) ed un foglietto illustrativo in bianco e nero.

Che prezzo ha Green Baron oggi se volessi venderlo o comprarlo?

Per quanto riguarda il valore e le versioni, c’è da dire che il barone verde era abbastanza diffuso in Italia e almeno qui è ancora facilmente reperibile sia nelle soffitte che online nei siti come Ebay. La versione più diffusa è la “made in Hong Kong”, ma la più ricercata è quella con i missili a punta neri. Se il modello è ancora ben conservato e completo di scatola può però avere un ottimo valore di mercato, superiore a quello di Baron Karza e Force Commander. Il motivo: fuori dal nostro paese è abbastanza raro.
Per quanto concerne la vendita, chiunque volesse proporre i suoi Micronauti può contattarci alla mail infograffitiblog@gmail.com o scrivere al numero telefonico presente nei contatti.

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